
Gino Castaldo – La Repubblica
02.11.2024
Si intitola Buttalo via, introdotto nella versione integrale da un rumore di risacca, onde di mare che frangono su un’immaginaria spiaggia, un pezzo a suo modo classico, strofa e ritornello, ma quando il pezzo parte e chiede di volare, la voce di Mina vola, come se lei non avesse età, come se fosse scontato, come se chiedesse a tutti quelli che la ascoltano di cantare con lei, pur sapendo bene che nessuno può cantare come lei. Il singolo annuncia un album di inediti ma, cantando Gabbani, la cantante ribadisce una vocazione antica e costante a cercare sempre della nuova linfa, a duettare con giovani, giovanissimi, vedi il precedente con Blanco, a scegliere tra autori diversissimi. Non dimentichiamo che la sua carriera iniziò esattamente così, prese il volo quando accettò di cantare un pezzo che nel 1960 sembrava un’astratta pazzia. Il cielo in una stanza, e anche grazie alla sua interpretazione è diventato un classico della nostra storia musicale. E poi fu De André, e poi fu Battisti.
La verità è che Mina non ha mai smesso di cercare, oggi che potrebbe comodamente vivere di rendita, di cerimoniosi e pomposi revival, e va detto che questa volta Gabbani le ha servito su un piatto d’argento un pezzo fatto apposta per esaltare, se anche ce ne fosse bisogno, la bellezza della voce.
In fondo Mina, con sessant’anni è più di carriera alle spalle, con tanti cerchi e giravolte compiute, finisce per essere modernissima, per una semplice ragione. Nel ferreo e assoluto isolamento che non ammette deroghe, e ormai dura senza eccezioni e tentennamenti dal 1978, Mina è diventata un’entità disincarnata, non ha un volto, non ha una consistenza fisica, ci ha abituati ad accogliere solo e unicamente la sua voce, e quindi oggi ha scavalcato ogni rischio, non può temere neanche l’intelligenza artificiale perché l’ha anticipata da decenni. Non esiste Mina, esiste la sua voce. E nel mondo lo sanno in pochi, in pochi sanno che in Italia abbiamo una delle più potenti voci che siano nate nel Novecento. “Basta un soffio di vita chiuso in una mano, pronto da gettare lontano” canta oggi, “ovunque tu sia stringilo ancora”. E noi ci stringiamo a quella voce che è tutto quel che abbiamo, di lei.