Perché vincono le belle e sceme? Se gli uomini “fuggono da una donna indipendente” e non aspettano il tempo sufficiente per scoprirla.
Perché manca la gioia di vivere? Cara Mina, perché le persone cui vuoi bene sanno starti vicino nei momenti di sofferenza e non sanno gioire quando tutto va bene per te e sei felice? Perché per strada, quando incontri i conoscenti, ci si lamenta sempre della vita e si ha paura di dire che si sta bene? Si potrebbe essere felici per poco: per un sorriso, perché si è amati, perché si è felici di vivere, perché si ascolta una tua canzone, perché giochi con un bimbo o passeggi con il tuo cane. Tutta colorata
Credo che tu abbia male interpretato l’atteggiamento delle persone alle quali vuoi bene. Spero, almeno. Se sono capaci di starti vicino nella sofferenza, di qualunque tipo sia, sicuramente sono contente quando questa sofferenza sparisce. Sarà che, giustamente, nei tuoi momenti allegri ti dedicheranno meno tempo e attenzione, dato che riterranno che ne hai meno bisogno. Per quanto riguarda gli incontri con i conoscenti, credo che nessuno abbia voglia di aprirsi e dire la verità sul proprio stato psico-fisico, magari per strada. Così ci si trincera dietro banalità e luoghi comuni che non coinvolgono. Del resto tu parli di «conoscenti»: che cosa ti aspetti che facciano? Cara grazia, come si dice a Cremona, se si fermano a dire quelle due cretinate di circostanza.
Maschi illuminati cercasi
Sono una trentenne, direi in carriera. A detta di amiche e amici cari sono carina, intelligente, divertente, sensibile (certo, di difetti ne ho tanti, chi non ne ha). Non ho mai avuto difficoltà ad attirare gli uomini che mi piacciono, il problema arriva poco dopo. Mi piacciono gli uomini affascinanti, dai mille interessi, travolgenti e sicuri di sé, ma poi fuggono di fronte a una donna indipendente, ma che nasconde un’immensa voglia di tenerezza. Nessuno aspetta il tempo sufficiente per scoprirlo. Per scoprirmi. Non è nelle mie intenzioni rimanere sola. Sarò costretta davvero ad «accontentarmi»? N.
Spero proprio di no. Certo, lo stereotipo della donna bella e scema o anche soltanto scema va via come il pane… Però, ci saranno pure alcuni illuminati maschietti che cercano e amano come primo connotato la materia cerebrale. L’indipendenza, evidentemente, fa paura, spiazza e preoccupa. Ti conviene aspettare chi saprà fare le giuste valutazioni. Se mai parlerai di accontentarti, e non te lo auguro proprio, quando di anni ne avrai molti, molti di più. Auguroni.
Grazie a chi sorride
Posso salutarla? Cara Mina,se la incrocio per strada, la posso salutare, dirle ciao? Giorgia
Che strana domanda. Ma certo che puoi. Sono una persona mediamente civile, non mangio nessuno e sono sempre riconoscente a chi mi rivolge un sorriso. E poi, sono o non sono una tua «vecchia amica»? Ciao Giorgia, ti mando un bacio.
Che dolore a 40 anni. Malata, mi ha lasciata per telefono
Che ne pensa di un uomo che dopo un anno di convivenza, approfittando di una malattia della compagna, la lascia al telefono dicendo che non è più innamorato e scappa come un ladro? Perché a 40 anni il dolore è così forte? Monica
Ne penso esattamente quello che pensi tu. Forse anche peggio, perché tu, magari, cercherai qualche arrampicata giustificazione a questa volgare violenza. Ecco, lascia perdere. Il dolore a 40 anni è identico a quello provato a 20 o a 30 o a 50 se il motivo che lo ha scatenato ha lo stesso peso.
Come si cambia
Ho 17 anni, frequento la classe quarta a Ragioneria e non mi trovo più bene, non riesco a concentrarmi nello studio, non mi trovo molto con gli insegnanti, ma la cosa principale è che sento di aver sbagliato scuola; ho provato a continuare dicendomi di essere troppo avanti per fare altro, ma proprio non ci riesco. Forse la soluzione migliore sarebbe quella di cambiare scuola continuando gli studi con un corso serale, e nel frattempo trovarmi un lavoretto? M.
Certo che devi cambiare. Sei all’inizio della costruzione della tua vita. Se usi mattoni che non vanno bene, l’edificio crollerà, prima o poi. Non avere paura. Segui la tua indole. E scegli subito i “laterizi” che più ti si confanno. Se lo vuoi sapere, qui ce n’è un’altra che si è posta la stessa domanda proprio in quarta ragioneria…
Speciale Mina per voi VanityFair del 27 dicembre 2010
Mia figlia in mezzo ai leoni
Cara signora, rivedendo vecchi filmati di quando lei ancora appariva in tutto il suo splendore, mi sono rivista adolescente inquieta che, alla sua voce indiscutibilmente bella, preferiva quella improbabile della Caselli. Insomma: lei non era in cima ai miei artisti preferiti, ma ora apprezzo profondamente il suo stile di vita. La mia stima nei suoi confronti ha avuto una notevole accelerazione quando ho scoperto il programma Africa Benedetta, dove una giovane donna con gli occhi di Mina (forniti di sopracciglia) ti guida nel Continente Nero con passo lieve ma incisivo, ti racconta storie come farebbe un’amica. Osservando sua figlia ho pensato che dietro c’era sicuramente una grande madre e nel percorso di Benedetta intuisco la stessa forza della voce della più grande cantante esistente. Aretha Franklin! (dai, scherzavo!) Un forte abbraccio a tutte e due. Mara Righi
Africa Benedetta è proprio una bella cosa, sono d’accordo con te. È una idea che è venuta alla Bene che, con la sua caparbia costanza l’ha difesa e portata avanti in mezzo a mille difficoltà. Ti confesso che quando ho visto le parti con Boosta, quella dove si cominciano a vedere gli animali, ho capito perché, quando lei parte per la sua adorata Africa, io ho paura. «Ma mamma, non hai visto le foto, non ti ricordi quello che ti ho raccontato?». Certo, ma le foto sono una cosa, vederla muoversi in mezzo ai leoni non è che mi lasci molto tranquilla. La Bene dice che non c’è pericolo… che basta seguire alcune regole ben precise… E poi dice che là è felice. E questo non solo mi basta, ma fa felice anche me.
Speciale Mina per voi Vanity Fair del 31 dicembre 2010
Lost in Giappone
Mi manca una persona che ora è in Giappone per un viaggio di piacere, ma anche per incontrare, a quanto pare, la persona che l’ha allontanato da me. Lui 28 anni, lei 19, lui dell’Italia del Sud, lei orientale, bassina, tarchiata, tutta sorridente. E, mi dicono, per niente presa dal mio ex. La nostra «storia» non è durata molto, ma è stato il culmine di un corteggiamento durato quasi un anno, di una conoscenza tramutata poi in profonda amicizia e infine, in amore. Dopo la rottura, non so come fare, come riprendermi. Dammi un consiglio. L.
Soprattutto non tentare di consolarti pensando che l’orientale è bassina e tarchiata. Non ti porterà da nessuna parte. Aspetta che lui torni dal Giappone, vedrai tu con i tuoi occhi e valuterai tu come stanno realmente le cose. Se fosse proprio come dici non ci sarebbero alternative. Ti metti lì buona buona e aspetti che ti passi. Che altro fare?