Vanity Fair n. 6/2015

Ci siamo detti tutto

Ci siamo detti tutto. Mi avete portato parole e storie di vita, sperando che ad accoglierle ci fosse un sentimento vagamente materno. A volte lo è stato, quasi per un senso di immedesimazione. Altre volte, se è prevalso il mio carattere tranchant, era solo per significare che un maggior senso di introspezione sarebbe stato, da solo, sufficiente aiuto a ricucire cuori infranti e a lenire ferite.
 Mi avete detto tutto e io mi sono spinta oltre la mia natura, dicendo anche più di quanto avrei dovuto. 
Mi avete detto anche troppo e tra le lettere osannanti ho cercato di esercitare slalom che evitassero di lasciarmi irretire dagli iperbolici tentativi di innalzamento «ante mortem».


 Mi avete detto tutto e io sono stata sfidata a dire tutto, improvvisandomi indegna esperta dei massimi sistemi. Abbiamo costruito una nuova «Biblioteca di Babele» del XXI secolo, una piccola storia dei sentimenti degli Italiani, sballottati tra Isole dei famosi, cambi di Governo, guerre e patti del Nazareno. C’è stato di mezzo un Mondiale stravinto e due strapersi, tre Olimpiadi e sei Presidenti del Consiglio. Una eternità.


 Ci siamo detti tutto, amici miei, e, proprio per questo, può finire qui. Lascio questa intrigante pagina a chi saprà farne miglior uso. Con la sua ironia accorta e colta, Massimo Gramellini sarà la splendente continuazione di un dialogo iniziato con me e che proseguirà con lui.

Grazie a te, Mina, per questi splendidi dodici anni. E no, non ci siamo detti tutto: conto di rivederti sulle pagine di Vanity Fair.
 Luca Dini

Trucco e parrucco

Riguardo spesso i tuoi filmati Rai su YouTube, dove cambi sempre abito, pettinatura, trucco. Per te era un piacere essere così mutevole o ti pesavano le ore passate a essere cotonata, laccata, “incerata”? Grazie, Mimmo

Oh, Signuur, Mimmo, ci risiamo con le solite domande di portata cosmica… Boh, non mi ricordo… Certo non era proprio un divertimento, ma i “tecnici” che si occupavano di me erano così meravigliosi che la rottura di palle si tramutava in puro godimento. A questo proposito mando un bacio enorme a Roberto Centanni. Abbòno…

Un pomeriggio indimenticabile

Sono un make up artist e conservo ancora il bellissimo ricordo di un pomeriggio con te a casa di Mauro Balletti e una dedica che mi hai scritto su un mio disegno: mi diede la forza di andare avanti. Oggi come 20 anni fa mi trovo a combattere contro un ostracismo omofobico totale da parte di uffici stampa e agenzie di moda. Hanno appena pubblicato un mio redazionale: il direttore è l’unico che crede in me, ma i primi commenti giunti sono stati offensivi. Io non so se sono o no un artista. Sarei lusingato di avere una tua opinione riguardo le foto. Ho una stima immensa per te e se anche secondo il tuo pensiero sono “una cagata totale”, faccio un passo indietro: sono stanco di lottare contro i mulini a vento. Ti ringrazio e ti abbraccio anche per quel pomeriggio di 20 anni fa. Massimiliano

Massimiliano, amico mio, non mi sento di decidere della tua vita. Sei pazzo? Non potrei mai. Chiedi un parere a Mauro, invece, che ha più titoli per darti una opinione non solo tecnica. Ti abbraccio.

Tra certezze e passioni

Qualche anno fa ti ho chiesto consigli sul futuro, l’università, il lavoro. Su quale strada seguire, tra certezze e passione. Ero piccola, ma ho deciso di ascoltarti, di seguire le mie passioni, di lottare per i miei sogni, senza paura. Ho 19 anni e sono piena di speranza. Non lascerò che le delusioni mi trascinino a fondo, che il pessimismo dilagante mi colpisca. Voglio crederci, voglio darmi una possibilità. E credo che in un mondo nero come quello di oggi, l’unico modo per andare avanti sia lottare fino alla fine. Lascerò che sia la speranza a portarmi avanti. Grazie di tutto cuore. Giulia B.

È passato qualche anno e, da allora, le cose sono peggiorate verticalmente. Ma è giusto, coraggioso e sano che tu mantenga questo atteggiamento guerriero, dolcissima Giulia. Cosa seguire se non le passioni? E come farlo se non con tutta l’anima? Ti abbraccio.

Caccia al mostro

Facendo un rapido zapping mi rendo conto di assistere alla caccia al mostro su ogni canale: il caso Ceste, il piccolo Loris e tanti altri. Ma c’è veramente bisogno di ricercare, sempre e nonostante tutto, la radice di questi massacri? Colpevoli o meno, soffro per queste persone che cadono in tante sofferenze. Si deve avere un po’ più di rispetto. Il mondo è già pieno di tanto male. Ciao Mina, -GI@D@

Rispetto: sentimento che ci induce a riconoscere i diritti, la dignità di qualcuno o di qualcosa. Ti sembra che questa definizione possa corrispondere a qualche accadimento contemporaneo? Mai. Mai, Giada. Meglio abituarsi.

 

Generic filters
Exact matches only
Search in title
Search in content
Search in excerpt
Filter by Categorie
Articoli
Anni 1950
Anni 1960
Anni 1970
Anni 1980
Anni 1990
Anni 2000
Anni 2010
Anni 2020
Dicono di lei
Mina Editorialista
La Stampa
Liberal
Vanity Fair

18 Febbraio 2015

LEGGI ANCHE

Vanity Fair n. 5/2015

C’è ancora spazio per i sogni? Cara Mina, in questo tempo di crisi nera la venticinquesima maratona televisiva di Telethon, sulle reti Rai, conclusasi il 14 dicembre 2014, ha permesso di raccogliere 31,3 milioni. Tu che idea ti sei fatta di questa cosa? Guglielmo Dico...

leggi tutto

Vanity Fair n. 4/2015

Un presidente della Repubblica speciale Cara Mina, ogni volta che sono in macchina con il mio ragazzo e mettiamo “Acqua e sale”, cominciamo a cantarla. Ma prima lui mi ricorda: “Ok, parti tu, però io faccio Mina”. Rido come una pazza e penso a che cosa penseresti se...

leggi tutto

Vanity Fair n. 3/2015

Sono l’ultima dei sognatori Cara Mina, mentre c’erano i funerali di Pino Daniele, i ladri hanno scassinato la porta della sua casa in Toscana. Gli affari non si fermano mai. Sbigottita Facciamo finta che fossero due, tre quattro, non so, estimatori del talento puro di...

leggi tutto

Vanity Fair n. 2/2015

Ma amore non vuol dire social network Cara Mina, come stai? È guarita la tua gamba, infortunata l'anno scorso? Camminando per Milano mi è venuta un'idea. A volte in città s'incontrano ragazzi che suonano per strada o in metro, e alcuni sono davvero bravi. Suonano...

leggi tutto

Vanity Fair n. 1/2015

C’era un ragazzo e c’è ancora. Auguri, Gianni. Ciao Mina, hai visto? Gianni Morandi ha compiuto 70 anni. Mi fa molta impressione. Non sono molto addentro alle cose della musica leggera, ma pensavo che ne avesse una cinquantina, massimo. Ma ha fatto un patto col...

leggi tutto