Ci siamo detti tutto
Ci siamo detti tutto. Mi avete portato parole e storie di vita, sperando che ad accoglierle ci fosse un sentimento vagamente materno. A volte lo è stato, quasi per un senso di immedesimazione. Altre volte, se è prevalso il mio carattere tranchant, era solo per significare che un maggior senso di introspezione sarebbe stato, da solo, sufficiente aiuto a ricucire cuori infranti e a lenire ferite. Mi avete detto tutto e io mi sono spinta oltre la mia natura, dicendo anche più di quanto avrei dovuto. Mi avete detto anche troppo e tra le lettere osannanti ho cercato di esercitare slalom che evitassero di lasciarmi irretire dagli iperbolici tentativi di innalzamento «ante mortem». Mi avete detto tutto e io sono stata sfidata a dire tutto, improvvisandomi indegna esperta dei massimi sistemi. Abbiamo costruito una nuova «Biblioteca di Babele» del XXI secolo, una piccola storia dei sentimenti degli Italiani, sballottati tra Isole dei famosi, cambi di Governo, guerre e patti del Nazareno. C’è stato di mezzo un Mondiale stravinto e due strapersi, tre Olimpiadi e sei Presidenti del Consiglio. Una eternità. Ci siamo detti tutto, amici miei, e, proprio per questo, può finire qui. Lascio questa intrigante pagina a chi saprà farne miglior uso. Con la sua ironia accorta e colta, Massimo Gramellini sarà la splendente continuazione di un dialogo iniziato con me e che proseguirà con lui.
Grazie a te, Mina, per questi splendidi dodici anni. E no, non ci siamo detti tutto: conto di rivederti sulle pagine di Vanity Fair. Luca Dini
Trucco e parrucco
Riguardo spesso i tuoi filmati Rai su YouTube, dove cambi sempre abito, pettinatura, trucco. Per te era un piacere essere così mutevole o ti pesavano le ore passate a essere cotonata, laccata, “incerata”? Grazie, Mimmo
Oh, Signuur, Mimmo, ci risiamo con le solite domande di portata cosmica… Boh, non mi ricordo… Certo non era proprio un divertimento, ma i “tecnici” che si occupavano di me erano così meravigliosi che la rottura di palle si tramutava in puro godimento. A questo proposito mando un bacio enorme a Roberto Centanni. Abbòno…
Un pomeriggio indimenticabile
Sono un make up artist e conservo ancora il bellissimo ricordo di un pomeriggio con te a casa di Mauro Balletti e una dedica che mi hai scritto su un mio disegno: mi diede la forza di andare avanti. Oggi come 20 anni fa mi trovo a combattere contro un ostracismo omofobico totale da parte di uffici stampa e agenzie di moda. Hanno appena pubblicato un mio redazionale: il direttore è l’unico che crede in me, ma i primi commenti giunti sono stati offensivi. Io non so se sono o no un artista. Sarei lusingato di avere una tua opinione riguardo le foto. Ho una stima immensa per te e se anche secondo il tuo pensiero sono “una cagata totale”, faccio un passo indietro: sono stanco di lottare contro i mulini a vento. Ti ringrazio e ti abbraccio anche per quel pomeriggio di 20 anni fa. Massimiliano
Massimiliano, amico mio, non mi sento di decidere della tua vita. Sei pazzo? Non potrei mai. Chiedi un parere a Mauro, invece, che ha più titoli per darti una opinione non solo tecnica. Ti abbraccio.
Tra certezze e passioni
Qualche anno fa ti ho chiesto consigli sul futuro, l’università, il lavoro. Su quale strada seguire, tra certezze e passione. Ero piccola, ma ho deciso di ascoltarti, di seguire le mie passioni, di lottare per i miei sogni, senza paura. Ho 19 anni e sono piena di speranza. Non lascerò che le delusioni mi trascinino a fondo, che il pessimismo dilagante mi colpisca. Voglio crederci, voglio darmi una possibilità. E credo che in un mondo nero come quello di oggi, l’unico modo per andare avanti sia lottare fino alla fine. Lascerò che sia la speranza a portarmi avanti. Grazie di tutto cuore. Giulia B.
È passato qualche anno e, da allora, le cose sono peggiorate verticalmente. Ma è giusto, coraggioso e sano che tu mantenga questo atteggiamento guerriero, dolcissima Giulia. Cosa seguire se non le passioni? E come farlo se non con tutta l’anima? Ti abbraccio.
Caccia al mostro
Facendo un rapido zapping mi rendo conto di assistere alla caccia al mostro su ogni canale: il caso Ceste, il piccolo Loris e tanti altri. Ma c’è veramente bisogno di ricercare, sempre e nonostante tutto, la radice di questi massacri? Colpevoli o meno, soffro per queste persone che cadono in tante sofferenze. Si deve avere un po’ più di rispetto. Il mondo è già pieno di tanto male. Ciao Mina, -GI@D@
Rispetto: sentimento che ci induce a riconoscere i diritti, la dignità di qualcuno o di qualcosa. Ti sembra che questa definizione possa corrispondere a qualche accadimento contemporaneo? Mai. Mai, Giada. Meglio abituarsi.