Vanity Fair n. 1/2015

C’era un ragazzo e c’è ancora. Auguri, Gianni.

Ciao Mina, hai visto? Gianni Morandi ha compiuto 70 anni. Mi fa molta impressione. Non sono molto addentro alle cose della musica leggera, ma pensavo che ne avesse una cinquantina, massimo. Ma ha fatto un patto col diavolo, questo eterno ragazzo. Beato lui. Stefano

Auguri, Gianni. Auguri davvero. Proprio in occasione del tuo settantesimo compleanno sono andata a risentirmi la tua “Nina”. Canzone splendida e quasi sconosciuta che tu fai in modo travolgente. Sì, ne hai fatta tanta di roba bella. Ma è per quel pezzo che tu sei mio. Ti abbraccio con infinita tenerezza.

Più rospi che principi

Sono stanca di leggere di uomini italiani che uccidono mogli o compagne. Ce n’è una ogni due giorni. E chissà quante violenze non solo morali sono costrette a subire. Ho una vicina di pianerottolo, qui a Lambrate, che vedo ogni tanto con qualche segno in faccia. Una volta aveva il braccio fasciato. Vive con un ragazzo. E mi ribolle il sangue. Che cosa posso fare? A volte penso che una parte di responsabilità dei violenti sia nella famiglia dove sono nati e cresciuti come prìncipi. Samy73

E l’orrore che, per forza, deve precedere l’azione culmine? Agghiacciante. Giorni, mesi, anni di sopraffazione, di vessazione, di angherie, di annientamento. E tutto questo orrore viene concesso all’uomo (uomo?) in nome dell’amore, nella maggior parte dei casi. Non mi permetto di addentrarmi in una analisi approfondita perché la collera mi altera al punto di togliermi lucidità e carità cristiana. Mi limito a stupirmi e restare sbalordite. La donna rimane una preda sulla quale l’uomo ha diritto di vita e di morte. Questa è una tragedia perpetua. E non so proprio come potrà cambiare andamento.

Facciamo pace

Finalmente siamo quasi fuori dalle feste: Non ne potevo più. Il Natale et similia mi fanno sentire ancora più forte l’imbroglio, la malafede, l’acredine, il menefreghismo del resto del mondo. E forse anche del mio. Adesso si può ricominciare a odiarci a viso aperto.

Ma neanche un sorriso ti ha strappato la vista degli occhi di un bambino che crede a Babbo Natale e lo aspetta sicuro? Sono troppo melensa? Sì, volutamente. Forse si dovrebbe posare lo sguardo e l’attenzione sulla nostra specie quando gli individui sono ancora soto i sette anni. Un altro mondo. Quello che non esiste. Quello che vorrei. Quello che non avrò. Ciao

Non tifo inter

Non tifo Inter, ma adoravo José Mourinho. Le sue genialate comunicative da “Io non sono un pirla” fino al gesto delle manette: le ho trovate sempre molto divertenti. Le sue conferenze stampa erano veri show. Da interista, ma anche in generale, senti la mancanza di José in Italia? Vorrei tornasse ad allenare una qualsiasi squadra di calcio, anche il Milan. Un bacio affettuoso, Luca

Luca, tesoro! Indimenticabile Mourinho, certo. L’emozione del triplete non uscirà mai più dal mio cuore interista. Ma chi mi manca è lui, il mio adorato Presidente, che ci ha lasciato in braghe di tela, in mano al “filippino” con i risultati che stiamo vedendo. Disastro, cazzarola.

In(canta)ci di nuovo

Se lei andasse a Tale e quale show, quale collega suo, uomo o donna, vorrebbe interpretare? E quale canzone canterebbe o vorrebbe cantare come lui/lei? Sì, è vero, lei ha già interpretato stupendamente canzoni di altri facendole sue: ma quale canterebbe così come l’originale? Che domanda stupida, vero? Saluti. Giovanni

Caparezza, direi. Lo adoro. “Sono fuori dal tunnel” sarebbe perfetta. Almeno ci facciamo due risate… Ciao, Giovanni. Che domanda strana, amico mio.

Speciale Vanity C’E’ Mina Per Voi Del 2 gennaio 2015
Mimì, un’interpretazione unica e non migliorabile

Cara Mina, è da tempo che volevo scriverti per chiederti un piccolo favore. Sto per registrare un piccolo regalo per mia zia che è un’amante sfegatata di Ivano Fossati e Mia Martini. Per l’occasione vorrei “incidere” anche la cover di “E non finisce mica il cielo”, grande canzone composta da Ivano e interpretata dalla grandissima Mia. Ecco, vorrei sapere se tu l’hai mai cantata o se mai la canterai. Intanto, un saluto da Belfast. Mirco aka Beakerbeetle

No, caro e coraggioso Mirco, non l’ho mai incisa. È un pezzo splendido. Io adoro Fossati, amo tutto quello che ha fatto. Certo, un bel regalo, quello che stai preparando per tua zia… Sappi, però, che l’esecuzione di Mimì non è né reinterpretabile né tanto meno migliorabile. Ma è il pensiero che conta, Vero? Ti abbraccio.

Speciale Vanity C’E’ Mina Per Voi del 5 gennaio 2015
Noi che volevamo adottare

Cara Mina, siamo una coppia e, non potendo avere figli, anni fa ci capita la stupenda opportunità di adottarne uno, meraviglioso. Poi capiamo che c’è ancora tanto posto e amore da dare. E ci buttiamo in una seconda adozione. Lo Stato ci offre l’opportunità. Troviamo un ente a cui dare il mandato per adottare in Etiopia. E paghiamo i servizi per procedure, documenti, traduzioni. Sono 9.500 euro. Aspettiamo. Aspettiamo e aspettiamo. Chiamiamo, protestiamo, insistiamo. Sono passati quasi 5 anni e non abbiamo adottato. L’attesa ci ha logorati. La famiglia intera non ce la fa più. Vogliamo ricominciare a vivere senza l’angoscia di una telefonata che non arriva. Decidiamo di revocare il mandato. Chiudiamo le tube. Perso tutto: un secondo figlio, anni con i nervi a pezzi, soldi. L’ente non restituirà un euro. Per lo Stato, la nostra rinuncia non comporterà nulla. Il nostro dolore e l’ingiustizia subìta saranno invisibili a tutti. Un caro saluto, Cristina Audisio

Ciao, Cristina. Sai, la vostra vicenda, lenta e dolorosa, è identica a quella di tante coppie che hanno aspettato e stanno aspettando da anni. In questa “materia” dovrebbe mettere le mani qualcuno che avesse un po’ di umanità e un po’ di potere decisionale risolutivo. Non è possibile che vada avanti in questo modo. A chi ci possiamo rivolgere? Chi si vuole prendere questa benedetta responsabilità?
 Ci vorrebbe un uomo con il cuore e, scusi Santità, le palle di Francesco. Ma, purtroppo, non esiste. Non esiste proprio.

Speciale Vanity C’E’ Mina Per Voi del 7 gennaio 2015
Il canto? Si impara da ciò che si ascolta

Carissima Mina, un mio amico studia canto da oltre 20 anni e non riesce ad affermarsi. Sentirlo mi fa “piangere”: canta con quella freddezza da maestrino. Per scommessa, mi ha presentata al suo insegnante che, dopo avermi sentita, mi ha chiesto da quanti anni studiassi e chi fosse il mio insegnante. Gli ho risposto che da 25 anni ascolto Mina. Penso che più dello studio, a fare la differenza sia quello che si ascolta. Io comunque mi limito a cantare canti liturgici nella mia Parrocchia (San Vincenzo De Paoli) e sono felice così. Grazie anche a te. Rosa Zingarelli


Ma che meravigliosa lettera, dolcissima Rosa. Grazie, grazie davvero. Sai, suggerirei al tuo amico di mollare l’insegnante, almeno. Sono sempre soldi buttati, come dico da tantissimo tempo. A meno che uno non voglia cantare l’opera. Certo, lì studio e allenamento perenne. Anche quando diventi Pavarotti. Mi piacerebbe ascoltarti. Manda qualcosa. Un bacio, amica mia.

Speciale Vanity C’E’ Mina Per Voi del 8 gennaio 2015
Daniele, talento purissimo e raro

Cara Mina, sicuramente sei al corrente della morte di Pino Daniele. Lo sento molto nostro, dato che io sono di Napoli. RIP. Edoardo

Certo, caro Edoardo, è vostro, ma è anche molto mio e di chi ama la musica, oserei dire, aristocratica. La musica fatta con serietà e rispetto. E con una qualità, con un talento purissimo e raro. Insostituibile. Onore a Pino Daniele.

Speciale Vanity C’E’ Mina Per Voi del 12 gennaio 2015
Viviamo in una società in cui si è privilegiato il “social” al “personal”

Salve flebile raggio di luna, come va? Spero tutto bene. Le volevo chiedere: lei, degli associazionismi, che cosa ne pensa? Io, a dirla tutta, li odio! Se per alcuni versi sono utili per non far “perdere” i ragazzi attraverso strade sbagliate, per altri li trovo assolutamente fuorvianti: corrono il rischio di omologare le menti e di renderle prive del libero pensiero. Forse esagero? Un bacio nel vento. Luca

Ci si associa da sempre. Per andare a caccia, per attraversare i mari alla ricerca di nuove terre. E senza associarsi non si vede come i mastri scalpellini delle Alpi Apuane avrebbero potuto scavare il marmo da consegnare a Michelangelo o come le splendide individualità tecniche di un Rossi, Conti o Cabrini, avrebbero potuto esplodere nella corale vittoria di un Mondiale senza paragoni. Ci si associa perché l’uomo è “animale sociale”. Esageri, dunque, nel contestare il dato di fatto. Ma se ti riferisci agli “…ismi”, al passaggio dal naturale bisogno umano di sentirsi associato all’istituzionalizzazione del senso di appartenenza che porta al gruppo etichettabile e marchiato, posso avvicinarmi alla tua diffidenza. Per arrivare al gruppone non basta la somma di un migliaio indistinto: occorre la comunanza di reciproche unità che esistono a priori e che, forse, nell’accostarsi e nel mescolarsi, potenziano un’identità già costituita. Nella liquidità contemporanea si è privilegiato il “social” al “personal”. E ci si illude di essere associati. Ma occorre una notevole dose di fortuna per ritrovare un pensiero che sia espressione di un io potente, districandosi tra foto di costumini estivi o tutine da sci, postate con intento ammiccante per il pubblico virtuale, in un casino totale di scosciamenti e di inni al fancazzismo. No, almeno in un gruppo fisico ci si può ancora guardare in faccia.

Speciale Vanity C’E’ Mina Per Voi del 14 gennaio 2015
Con Pavarotti avrei fatto un bel duetto

Ciao Mi’, come stai? Hai mai pensato di fare un concerto con Luciano Pavarotti? Bacissimi Ale

Mi sembra un po’ tardino, non credi?
 Forse se avessi scritto: “Avevi mai pensato…” avrei potuto risponderti di sì. Eccome. Magari un concerto intero no, non sarebbe stato il caso, ma un paio di pezzi insieme a lui potevano essere molto interessanti. Va bene così. La cosa è solo rimandata. Ciao, bimbo.

 

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14 Gennaio 2015

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