Vanity Fair n. 6/2009

Quando il dolore ti stringe la gola. A volte può bastare il cd preferito” per non soccombere alla malinconia”

Cara Mina, ho scelto con tanta simpatia il tuo dvd sui Caroselli della pasta, e devo confessarti che sono veramente confusa. Volevo realizzare ogni giorno una festa per il mio uomo e i miei bambini, proprio come fai tu. Mi sono sempre chiesta che tipologia di ingredienti avessi usato per condire gli spaghetti che sembrano affogare nell’olio con quei pezzi di pancetta affumicata e quei dolci piselli. Ma perché a me non riescono come nella tua pubblicità, così dorati e gustosi? Sono davvero disperata perché continuando a sperimentare le tue ricette ho provocato la colite già a due dei miei bambini e non ti dico mio marito quante volte è obbligato ad andare alla toilette. Ti prego, dammi ulteriori consigli per poter dire anche io: «B come buona cucina!», e poter finalmente svelare la cuoca che c’è in me! Ho un altro piccolo quesito, spero tu da donna a donna mi possa aiutare: in quale altra maniera posso avere risultati diversi con le tue fette, che non sia burro e marmellata? Dato che tu sei così fantasiosa e piena di inventiva e dici di prepararle in tante maniere diverse… È davvero possibile sostituire il pane con i grissini come dici tu? O eri a dieta in quel periodo e limitavi i carboidrati? Non ignorare questa e-mail per favore, sono sincera e molto devota alla tua persona, non potrei mai non seguire un tuo consiglio. Aspetto con ansia la tua risposta. Tanya

Mi parli di cose che sono successe una quarantata di anni fa. Ricordo, però, che io non ho mai cucinato e non solo, non ricordo neppure di aver visto piatti pronti che giravano. Cantavo le mie canzonette, dicevo lo slogan e basta. Non so che preparazione potesse essere quella con gli spaghetti che navigavano nell’olio con i pezzi di pancetta. Mi sembra strano. Hai voglia di giocare, vero? E poi le fette biscottate, i grissini… Comunque quella pasta che reclamizzavo allora è la stessa che uso e ho sempre usato. Fantastica. A proposito, hai provato i “Raggianti”? Una meraviglia.

I miei momenti off

Questa vuole essere niente più che un’osservazione, e credo che, me compresa, si tenda la maggior parte delle volte a soccombere alla vita più che a viverla. E con questo mi riferisco alle normali insicurezze, sofferenze, delusioni. Io ho 23 anni, le parlo da normale studentessa fuori sede, che affronta le giornate con la malinconia alla base di tutto il resto. Ma questo, con il tempo, ovviamente, non è venuto per nuocere del tutto. Anch’io avrei molte cose da raccontare, di cui lamentarmi, e chiedere al cielo perché. Ci ho provato, ma ne è venuto fuori che l’unica competenza del cielo è farsi trovare sempre al proprio posto e niente più. Sarebbe allora bello poter suggerire alle persone che ora non trovano risposta di non chiedere a niente e a nessuno il perché di ciò che accade, ma per una volta provare a prendere il proprio cd preferito, la propria bevanda preferita, e perché no, il proprio vestito perfetto, e concedersi un off per qualche istante, giusto per godere di se stessi, come quando si ascolta il mare o la propria cantante preferita. A volte, chissà, basta fermarsi, prendere un respiro e cercare il buono che abbiamo e che riusciamo a produrre, anche perché se hai un problema e puoi risolverlo perché preoccuparsi? E se hai un problema e non puoi risolverlo, perché preoccuparsi? Rebecca

Filosofia spicciola, ma efficace, cara Rebecca. Sono pienamente d’accordo con te sul trovare momenti off. Meglio cercarli e metterli in atto. Anche quando, magari, stai ascoltando qualcuno che non ti dice cose interessanti, quando far l’amore con lui non ti basta più, quando sei nella calca a aspettare che qualcuno ti dica uno stramaledetto qualcosa sul ritardo del tuo aereo, quando la noia si fa più acuta, quando il dolore ti stringe la gola, quando il tuo “primario” si fa più rozzo e incivile. Ecco, in quei casi qualche momento off ti può salvare. Il pensiero, inteso come fantasia, è il più grande effetto speciale di cui disponiamo. Usiamolo.

Alla quarta volta non si fida di me

Ho 14 anni che ti vuole chiedere un consiglio. Sono innamorata follemente del mio ex che ho conosciuto nella scuola dove vado adesso. Siamo stati insieme ben quattro volte e adesso che ci voglio riprovare lui non vuole perché ha paura che lo faccia ancora soffrire. Come faccio a riconquistarlo? Io lo amo troppo e lui lo sa, ma non si fida! Melissa

L’unica cosa da fare è trovare la risposta alla domanda: “Come mai lui ha paura che lo faccia soffrire? Cosa ho fatto?”. Se lui non si fida, ci sarà un motivetto, vero Melissa?

 

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11 Febbraio 2009

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